ott 9, 2012 - Psicopatologia    No Comments

Quando il gioco d’azzardo diventa una malattia

 

Il gioco d’azzardo è un’attività di passatempo sociale, il cui obiettivo è far guadagnare soldi a chi punta una certa quantità di danaro.

La storia del gioco d’azzardo è strettamente legata alla storia dell’uomo, tanto che i primi cenni a questa attività si riscontrano addirittura nel 3000-4000 a.C. Nella civiltà egiziana, infatti, era già praticato il gioco dei dadi (il termine “azzardo” deriva dal francese “hasard”, a sua volta termine di origine araba, “az-zahr”, che significa proprio “dadi”). Più a est, in India, Giappone e Cina, si hanno testimonianze di forti scommesse, sia al gioco dei dadi che alle corse dei carri. Non da meno, nella Roma imperiale, personaggi come Nerone, Caligola, Claudio furono certamente accaniti giocatori (oggi probabilmente diremmo “giocatori patologici”). Lo sviluppo sociale del problema del gioco d’azzardo è in parte favorita anche dalle crescenti possibilità di scelta tra una vasta gamma di tipologie di gioco, ormai sempre più legalizzate, che riescono a rispondere alle simpatie dei giocatori con diverse propensioni e con differenti personalità. Così i giocatori d’azzardo vanno dagli amanti della trasgressione da gran salone, come quella dei giochi da Casinò e slot-machine, agli appassionati dei videogiochi che si lasciano conquistare dai sempre più diffusi videopoker, agli appassionati dei giochi d’azzardo popolari, come le lotterie, il gioco di numeri e di schedine, fino al Bingo, la moderna trasformazione del gioco della tombola. Il gioco d’azzardo è anche online, situazione molto più comoda e a portata di mano.

 

Come possiamo definire il gioco d’azzardo?

Possiamo definirlo un vizio quando il giocatore tiene presente la quantità di danaro che ha a sua disposizione per giocare, sa fermarsi quando si rende conto che non ha più soldi da puntare, che ha già investito una certa quantità di danaro possibile e, che andare oltre sarebbe rischioso, quindi sa che non può e valuta le conseguenze. Questo ci fa comprendere che il gioco d’azzardo è un’attività consentita se praticata in modo adeguato. Il gioco d’azzardo diventa una malattia quando le persone puntano una somma di danaro, perdono, continuano ad investire danaro, il guadagno non arriva, continuano a puntare, perdono: la perdita invece di fermarli, li porta ad inseguire in modo accanito e ripetuto la speranza della vincita, fino a quando non si ritrovano al verde. Si chiedono anche prestiti, creando debiti, per continuare a giocare. Esistono giocatori che incassano grosse vincite ma continuano a puntare tutto quello che hanno vinto per aumentare il capitale; può andar male il calcolo e il giocatore si ritrova povero, probabilmente anche con debiti a cui far fronte. Le soluzioni vanno dall’ipoteca sui beni posseduti, fino al suicidio in casi estremi.

Perché queste persone giocano in modo smoderato e arrivano anche a farsi male?

Esistono diversi tipi di giocatori d’azzardo patologici, per cui si va dalla convinzione folle che il guadagno prima o poi arriverà e risolverà i problemi economici, al giocatore che manca di capacità di controllo dell’azione quando nasce l’impulso a giocare, ossia queste persone capiscono le conseguenze del comportamento messo in atto, ma manca la capacità a interromperlo, la volontà di smettere viene meno. Altra ragione che trascina verso il gioco in modo patologico, è lo sviluppo di una vera e propria dipendenza verso il gioco, la persona non può farne a meno, sta male fisicamente e psicologicamente se non gioca. Si può parlare di una vera e propria “dipendenza dal gioco d’azzardo” se è presente il bisogno di aumentare la quantità di gioco, sintomi di astinenza, come ansia, agitazione, irritabilità, comportamenti criminali impulsivi ( aggressioni fisiche per avere soldi) e sintomi di perdita di controllo manifestati attraverso incapacità di smettere di giocare.

Se prevalgono altri sintomi maggiormente legati al deficit nel controllo degli impulsi, il comportamento di gioco patologico impulsivo va ricondotto soprattutto ad un problema in quest’area, senza che si possa necessariamente parlare di dipendenza.

Va anche fatta una differenza tra gioco d’azzardo come conseguenza ad uno stato psicologico in cui il soggetto si trova e il disturbo che non è associato ad altre circostanze di vita.

Come curare il gioco d’azzardo patologico.

La tendenza di una persona malata di gioco d’azzardo è quella di negare o minimizzare il problema, e quando lo riconosce crede erroneamente “che può smettere quando vuole e da solo”, per tale motivo solitamente sono i familiari a chiedere aiuto.
Dopo diversi colloqui che mirano a motivare il soggetto, viene valutato il problema e il tipo di intervento terapeutico adatto alla persona che può comprendere, colloqui individuali, gruppi psicoterapeutici e psico- educazionali, terapia psicofarmacologica, gruppi per i familiari, ma anche il ricovero in comunità quando necessita. La famiglia deve essere sempre aiutata ad imparare a conoscere questa particolare malattia e deve essere coinvolta e sostenuta nella gestione terapeutica del paziente.

 

Articolo tratto da www.nienteansia.it

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